Il sacrificio pasquale dell'agnello - Parrocchia Santi Filippo e Giacomo di Parona

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Il sacrificio pasquale dell'agnello

Il sacrificio pasquale dell'agnello

Siamo nella parte del tempio chiamata il Santo, una stanza adornata da due colonne di marmo rosso.

Un sacerdote sgozza un agnello, mentre un altro ne raccoglie il sangue in un catino.

Dietro di loro si apre la stanza più segreta del tempio e la più importante: il Santo dei Santi, ove Dio è presente.

Un velo di colar verde che separa le due stanze è stato scostato e così si intravede il candelabro d'oro a sette braccia.

Dal libro del Deuteronomio (cap. 16)  

Ricordatevi di celebrare la Pasqua in onore del Signore, vostro Dio... Così ricorderete per tutta la vostra vita il giorno in cui siete usciti dall'Egitto. Immolerai [l'agnello pasquale] nel luogo che Dio sceglierà come sede per la sua abitazione. Farete questo sacrificio alla sera, al tramonto del sole, nel momento in cui siete usciti dall'Egitto.
* Giovanni [Battista], vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1, 29).

Venuti da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe.... Questo avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso (Gv. 19,33.36).

* Consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio in Cristo Gesù.
Il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia (Rrn. 6, 11-13).
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