Natività della Beata Vergine Maria - Parrocchia Santi Filippo e Giacomo di Parona

Parrocchia Santi Filippo e Giacomo Parona - VR -
Vai ai contenuti

Natività della Beata Vergine Maria

Prima Lettura:   Mi 5,1-4a   Lectio

         oppure:      Rm 8,28-30   Lectio

Salmo Responsoriale:  Salmo 12

Canto al Vangelo:    Gv 1,49

Vangelo
: Mt 1,1-16.18-23       Lectio
Oggi 8 settembre la chiesa celebra Natività della Beata Vergine Maria è una festa liturgica della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa che ricorda la nascita di Maria. Secondo la tradizione tramandata dal Protovangelo di Giacomo, uno dei vangeli apocrifi del II secolo, ci ha trasmesso i nomi dei genitori di Maria, Gioacchino e Anna, che la Chiesa ha iscritto nel calendario liturgico. Gioachino e Anna, i genitori di Maria, sposati ormai da vent’anni, si ritrovarono senza prole. Gioacchino un giorno si rifugiò nel deserto, per implorare da Dio la grazia. Per Anna, donna pia e colta che conosceva le Sacre Scritture, la scomparsa del marito fu causa di grande sofferenza.
Anche lei piangeva e pregava. Un giorno le apparve un angelo dicendole: «Il Signore ha esaudito la sua preghiera. Concepirai e partorirai e si parlerà della sua discendenza per tutta la terra. Tuo marito sta tornando dal deserto». Infatti, anche a Gioachino era apparso un angelo che gli aveva fatto lo stesso annuncio. Anna gli andò incontro alla Porta Aurea, simbolo della Ianua Coeli (porta del cielo) che, per merito della Madre di Gesù, sarebbe stata riaperta all’umanità. Nove mesi dopo nacque Maria. Nella tradizione cattolica la festa è celebrata in tante località. Nella tradizione agricola il ricordo della nascita di Maria coincide con il termine dell’estate e dei raccolti. Molte chiese hanno come titolo la Natività di Maria. Come quasi tutte le feste principali di Maria anche la Natività è di origine orientale; è stata introdotta nella chiesa d’Occidente dal papa orientale Sergio I alla fine del VII secolo, quando stabilì che l’8 settembre si dovesse celebrare la festa con la processione dalla Chiesa di sant’Adriano al foro fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Originariamente doveva essere la festa della dedicazione dell’attuale Basilica di sant’Anna in Gerusalemme. La Tradizione infatti indicava quel luogo come la sede dell’umile dimora di Gioacchino ed Anna, lontani discendenti di Davide, genitori di Maria santissima.
Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove
Dai «Discorsi» di sant'Andrea di Creta, vescovo  (Disc. 1; PG 97, 806-810)

«Il termine della legge è Cristo» (Rm 10, 4). Si degni egli di innalzarci verso lo spirito ancora più di quanto ci libera dalla lettera della legge.
In lui si trova tutta la perfezione della legge perché lo stesso legislatore, dopo aver portato a termine ogni cosa, trasformò la lettera in spirito, ricapitolando tutto in se stesso. La legge fu vivificata dalla grazia e fu posta al suo servizio in una composizione armonica e feconda. Ognuna delle due conservò le sue caratteristiche senza alterazioni e confusioni. Tuttavia la legge, che prima costituiva un onere gravoso e una tirannia, diventò, per opera di Dio, peso leggero e fonte di libertà.
In questo modo non siamo più «schiavi degli elementi del mondo» (Gal 4, 3), come dice l'Apostolo, né siamo più oppressi dal giogo della legge, né prigionieri della sua lettera morta.
Il mistero del Dio che diventa uomo, la divinizzazione dell'uomo assunto dal Verbo, rappresentano la somma dei beni che Cristo ci ha donati, la rivelazione del piano divino e la sconfitta di ogni presuntuosa autosufficienza umana. La venuta di Dio fra gli uomini, come luce splendente e realtà divina chiara e visibile, è il dono grande e meraviglioso della salvezza che ci venne elargito.

La celebrazione odierna onora la natività della Madre di Dio. Però il vero significato e il fine di questo evento è l'incarnazione del Verbo. Infatti la Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio.
La beata Vergine Maria ci fa godere di un duplice beneficio: ci innalza alla conoscenza della verità, e ci libera dal dominio della lettera, esonerandoci dal suo servizio. In che modo e a quale condizione? L`ombra della notte si ritira all'appressarsi della luce del giorno, e la grazia ci reca la libertà in luogo della schiavitù della legge. La presente festa è come una pietra di confine fra il Nuovo e l'Antico Testamento. Mostra come ai simboli e alle figure succeda la verità e come alla prima alleanza succeda la nuova. Tutta la creazione dunque canti di gioia, esulti e partecipi alla letizia di questo giorno. Angeli e uomini si uniscano insieme per prender parte all'odierna liturgia. Insieme la festeggino coloro che vivono sulla terra e quelli che si trovano nei cieli. Questo infatti è il giorno in cui il Creatore dell'universo ha costruito il suo tempio, oggi il giorno in cui, per un progetto stupendo, la creatura diventa la dimora prescelta del Creatore.

Fonte  - Maràn athà  Vieni, Signore Gesù! -
Torna ai contenuti